Nella diversità irreplicabile che ci rende individui, ciò che ci accomuna
e ci spinge alla ricerca l'uno dell'altro è l'essere di passaggio, passeggeri.
Lo siamo nella dimensione temporale, transitori come le stagioni che attraversiamo,
e nella dimensione dello spazio, in transito tra una fermata e l'altra della nostra storia.
Abitiamo questa permanente impermanenza, ed in essa facciamo esperienza di agio e disagio,
futuro e passato, potenzialità e sterilità, caos e ordine, espansione e contrazione.
Ad ogni passo, un piede ancora indietro, l'altro già davanti.
Perchè nel passare c'è sempre un luogo che si sta lasciando
per un luogo non ancora raggiunto, c'è una mano che da ed una che riceve.
Nel passaggio non siamo mai soli, ciò che prima siamo stati ci sostiene e ci mostra la strada battuta,
ciò che diventeremo ci sprona e ci indica una via.
Nel passaggio non siamo mai soli, chè le tracce dei viandanti passati non svaniscono,
nè gli sguardi di coloro che incrociamo nell'andare ci trascurano.
Ai passaggi che più di altri ci trasformano riserviamo rituali e cerimonie, a manifesto del nostro nuovo ruolo nella comunità.
Così, la tradizione condivisa preserva se stessa nella tras-formazione e nella cura del passaggio.

Onorare la natura temporanea dell'esperienza umana, avere cura dei momenti di passaggio:
modalità di stare al mondo accogliendo l'incerto e contemplando il mistero,
terreno di indagine prediletto dalla sapienza millenaria
d'occidente e d'oriente, dalla filosofia e dalla letteratura.
Nell'agire quotidiano, sono necessità per il benessere emotivo e mentale,
fondamenta di una conoscenza di sé stessi che possa essere sostegno quando
le situazioni mutano e ci invitano a re-immaginarci.
In questo il counseling è supporto preziosissimo,
strumento di accompagnamento nell'evoluzione personale,
percorso di affiancamento nella ricerca della propria determinazione.